Prendersi cura della pelle è molto più di un gesto estetico: è un atto di benessere e di attenzione verso se stessi. In un mondo in cui stress, inquinamento e sole possono lasciare tracce sul nostro viso, trattamenti come i peeling chimici e i laser sono diventati strumenti preziosi per rigenerare la pelleuniformare il tono e dare nuova luminosità.

Ma come scegliere tra queste due opzioni e capire quale sia più adatta al proprio viso?

Oggi facciamo chiarezza sulle differenze, sui benefici e sulle indicazioni di questi trattamenti, così potrai affrontarli con consapevolezza e serenità.

Peeling chimici: come funzionano e a chi sono indicati

Il peeling chimico è un trattamento che utilizza soluzioni chimiche per rimuovere lo strato superficiale della pelle, stimolando il rinnovamento cellulare.

Esistono diversi tipi di peeling, dalla lieve azione superficiale fino a trattamenti più profondi, a seconda dell’esigenza cutanea.

I benefici principali dei peeling chimici includono:

  • miglioramento della texture della pelle
  • riduzione di macchie scure, discromie e segni del sole
  • attenuazione di piccole rughe superficiali
  • prevenzione di imperfezioni come brufoli o punti neri

Il peeling è indicato per chi desidera un effetto rigenerante senza ricorrere a procedure invasive. È particolarmente adatto a pelli che necessitano di un “reset” cutaneo, per chi vuole uniformare il colorito e rendere la pelle più luminosa.

Trattamenti laser: precisione e risultati mirati

Il laser utilizza fasci di luce concentrata per agire sugli strati della pelle in modo preciso e controllato.

Esistono diversi tipi di laser, ciascuno pensato per problemi specifici: macchie, cicatrici da acne, rughe o tessuto danneggiato dal sole.

I vantaggi principali del laser includono:

  • azione mirata e personalizzabile
  • stimolazione della produzione di collagene, che tonifica e compatta la pelle
  • miglioramento di cicatrici, rughe e imperfezioni più profonde
  • risultati visibili già dopo poche sedute

Il laser è indicato per chi cerca un intervento più specifico, per problemi più radicati o per chi desidera un miglioramento più evidente e duraturo.

Differenze principali tra peeling e laser

La scelta tra peeling chimico e laser dipende da diversi fattori:

  • Profondità dell’azione: il peeling agisce più in superficie, il laser può penetrare più in profondità.
  • Tempo di recupero: i peeling superficiali hanno tempi di recupero brevi, mentre alcuni trattamenti laser richiedono qualche giorno di attenzioni particolari.
  • Obiettivo estetico: per uniformare il colorito e migliorare la luminosità, il peeling è perfetto; per trattare rughe, cicatrici o macchie persistenti, il laser è più indicato.

Preparazione e sicurezza

Sia il peeling che il laser devono essere eseguiti da professionisti qualificatipreferibilmente medici estetici con specializzazione in dermatologia, in grado di valutare con competenza il tipo di pelle, le esigenze individuali e le eventuali controindicazioni.

Prima del trattamento è fondamentale seguire le indicazioni del medicoproteggere la pelle dal sole e utilizzare prodotti adeguati per il post-trattamento.

Il valore del trattamento personalizzato

Ogni pelle è diversa e richiede un approccio personalizzato.

In molti casi, un dermatologo esperto in medicina estetica può proporre un percorso combinato, alternando peeling e laser, per ottenere risultati ottimali, sicuri e duraturi, nel pieno rispetto della salute cutanea.

Prendersi cura della propria pelle non è solo estetica, ma un gesto di benessere quotidiano.

Con trattamenti mirati come peeling chimici e laser, è possibile ritrovare luminosità, compattezza e uniformità, sentendosi bene nella propria pelle.

Per valutare quale trattamento sia più indicato per te e ricevere un percorso personalizzato, il Centro De Ruvo offre consulenze di medicina estetica con professionisti esperti, pronti a guidarti passo dopo passo.

Scopri di più qui: https://centroderuvo.it/specializzazioni/dermatologia-medicina-estetica/

Se avverti una alterazione della sensibilità, un dolore e/o un calo di forza in uno o più arti e questi disturbi possono rendere le attività quotidiane una sfida insormontabile, rivolgiti al medico curante che ti consiglierà di eseguire una elettromiografia per un approfondimento diagnostico: in tali situazioni una diagnosi accurata è fondamentale. Lo studio elettromiografico si rivela un importante strumento diagnostico, capace di svelare i segreti nascosti nel sistema nervoso periferico.

Cos’è l’elettromiografia?

L’elettromiografia è una tecnica diagnostica ampiamente utilizzata in neurologia, ortopedia e medicina interna. Questo esame comprende lo studio la conduzione dei nervi motori e sensitivi (ENG o elettroneurografia) e l’analisi dell’attività dei muscoli sia a riposo che durante attivazione volontaria (EMG o esame ad ago).

Quando è utile fare un’elettromiografia?

L’esame elettromiografico (ENG + EMG) è utile in presenza di sintomi quali formicolio, riduzione della sensibilità alle mani e/o agli arti inferiori, dolore agli arti superiori o inferiori (esempio lombosciatalgia), eventi traumatici determinanti riduzione o perdita di un movimento: attraverso l’analisi dei risultati ottenuti il medico (neurologo o neurofisiopatologo) può confermare oppure escludere una specifica patologia

L’esame elettromiografico: come si svolge?

L’elettromiografia si articola in due fasi principali:

1. Studio della conduzione del nervo

Questa fase prevede la stimolazione dei nervi per studiare la velocità di conduzione sia sensitiva che motoria. La stimolazione consente di valutare la capacità dei nervi di trasmettere impulsi, fornendo ulteriori dettagli sullo stato di salute del sistema nervoso.

2. Esame con elettrodo monouso ad ago

In questa fase il muscolo viene studiato con un elettrodo ad ago sterile monouso. Questo ago-elettrodo registra l’attività elettrica sia a riposo che durante la contrazione muscolare, con il medico che guida il paziente nei movimenti opportuni.

Precauzioni e controindicazioni

 L’EMG e’ un esame sicuro, esistono solo alcune precauzioni da prendere in considerazione: informare il medico se si assumono anticoagulanti o Mestinon e se si è portatori di pacemaker o stimolatori elettrici

Dopo l’esame

Dopo aver completato l’elettromiografia è possibile riprendere le normali attività quotidiane. Nelle ore successive al test potrebbe essere avvertito, con effetto transitorio, un leggero indolenzimento nei muscoli esaminati.

Quali percorsi dopo l’elettromiografia

Una volta completato l’esame elettromiografico e ottenuti i risultati, si apre una nuova fase nel percorso diagnostico e terapeutico del paziente. L’elettromiografia fornisce dati preziosi che possono indirizzare i medici verso diverse strade a seconda delle specifiche condizioni rilevate. Che si tratti di avviare un trattamento mirato, effettuare ulteriori accertamenti, sottoporsi a interventi chirurgici o iniziare un programma di riabilitazione, l’obiettivo principale rimane sempre quello di migliorare la qualità della vita del paziente.

Presso il Centro De Ruvo, i nostri specialisti in neurologia ed elettromiografia sono pronti ad offrirti un’analisi elettromiografica accurata e personalizzata. Per conoscere il nostro gruppo di esperti e prenotare una visita personalizzata, visita la pagina dedicata all’elettromiografia. Non lasciare che il dolore e la perdita di sensibilità limitino la tua vita.

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